Pubblicato in: Istantanee di Chiara

Istantanea n. 55-56-57

Buon inizio settimana!

[55]

Dresda, 5 ottobre 1763

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Le preoccupazioni del giovane Alberto di Sassonia erano riuscite a farsi strada anche nelle menti dei fratelli e, infine, avevano trovato fondamenta il 5 ottobre di quello stesso anno. Il re Augusto III di Polonia si era spento all’età di sessantasei anni.

Seduti intorno alla salma reale, i figli la osservavano in modo austero e visivamente distaccato, quasi non fosse il loro genitore a giacere esanime nel letto. Sembrava non avessero a cuore la di lui dipartita o. forse, erano grandemente bravi a celare i dispiaceri, ma questo non era dato saperlo.

«Federico!», la voce di Francesco catturò l’attenzione del nuovo elettore di Sassonia.

«Dimmi?»

«Dovremmo parlare del futuro del regno», rispose a bassa voce, «è importante non perdere tempo» spiegò pratico, anche a rischio di risultare insensibile.

«Lo so» ammise Federico Cristiano massaggiandosi la fronte.

«Dunque?» incalzò, sondando quelle iridi chiare segnate dal pianto. Di sicuro, Federico era stato il più amato dal re.

«Dopo il funerale», ordinò, «occupati di riunire i membri.»

Francesco Saverio annuì, uscendo a passi celeri dalla stanza, lasciandosi dietro la propria parte di dolore.

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[56]

Dresda, 5 ottobre 1763

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Nonostante soffiasse un vento turbolento e freddo, Francesco Saverio quella sera, sentì ugualmente il bisogno di uscire all’aperto, fermandosi sul terrazzo per fissare le irregolari composizioni vegetative che, con il sostegno della notte, sembravano tante sagome insidiose e nere come i suoi pensieri.

Le di lui riflessioni furono interrotte da alcuni passi in avvicinamento. Erano leggeri e lenti, quindi, non se ne preoccupò e attese.

Il silenzio proseguì e il duca si vide costretto a voltarsi.

Con piacevole sorpresa scorse la dama italiana a pochi passi da lui.

«Chiara, cosa ci fate qui? Il clima è estremamente freddo, dovete rientrare» parlò con una mal celata preoccupazione.

«Volevo solo accertarmi che steste bene» confessò avvicinandosi.

«Vi ringrazio per la premura»,sorrise con dolcezza, «ma sto bene. Avevo solo bisogno di un momento di solitudine.»

«Dunque, ora non vi occorre più» ribatté guardandolo dritto negli occhi, con una sguardo complesso come lo erano le loro emozioni. «Pertanto, direi che potete rientrare con me. Il clima è estremamente freddo anche per voi.»

«Vi raggiungerò tra un momento», la informò con accondiscendenza, «nel frattempo precedetemi.»

Chiara annuì, rientrando. Francesco Saverio, invece, guardò ancora per un istante quella distesa scura per raccogliere tutti i propri pensieri prima di rientrare e affrontare i naturali eventi.

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[57]

Dresda, 17 ottobre 1763

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«Vostra Grazia, voleva vedermi?» parlò Chiara, non appena si ritrovò sola nello studio del duca.

«Sì», confermò sollevando gli occhi dalle carte per puntarli sulla donna, «vi prego, sedetevi.»

La donna prese posto su una delle due sedie posizionate dinanzi alla scrivania barocca. Era talmente tesa che vi si appoggiò sulla punta, con la schiena rigida e le mani strette in grembo, mentre la mente vorticava in cerca di un valido motivo che lo avesse spinto a effettuare tale convocazione.

Attese per molto tempo in silenzio che lui si pronunciasse, ma egli era preso da chissà cosa e sembrava ignorarla fortemente così, quando sentì i rintocchi del pendolo, trovò la scusa per prendere la parola.

«Vostra Grazia, perdonate l’ardire, ma dovrei tornare dall’Elettrice subito dopo cena.»

«Conosco bene i vostri doveri» asserì e tacque.

La dama attese ancora qualche istante, ma notando il di lui atteggiamento ostile, balzò in piedi chiedendo: «Dunque?»

«Siete nervosa, Chiara?» ribatté con un sorrisino ironico.

«Può darsi», ammise senza riflettere, «il vostro atteggiamento è incomprensibile e la mia posizione non mi consente di agire come la mia mente vorrebbe. Quindi, dite ciò che dovete e lasciatemi andare.»

Francesco Saverio le rivolse tutta la sua attenzione. «E cosa vorreste dirmi?»

«Non lo fate», lo avvisò irata, «non giocate con me.»

«Io non ho mai avuto intenzione di giocare con te» ribatté sostenendo lo sguardo, la cui serietà era pari solo alla sincerità con cui aveva pronunciato quelle parole.

Lei se ne avvide e deglutì confusa. Quell’uomo era contorto e, forse, era anche molto più confuso di lei.

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Autore:

Mi chiamo Lucia Scarpa, nella vita faccio la content writer, copywriter, copyexperience per terzi e scrivo romanzi d'amore storici e paranormali perché adoro l’emozione che nasce dalla parte creativa e dal contatto con i lettori. *****

2 pensieri riguardo “Istantanea n. 55-56-57

  1. La successione al trono sta cambiando molte cose e i due innamorati sono in difficoltà con i loro sentimenti, gli ostacoli di rango e gli obblighi nei confronti della loro famiglia. Una situazione difficile.

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